Intervista a Niccolò Meroni – Head of Marketing & Communication di Artisa Group
Il posizionamento di un brand e la sua narrazione sono attività complesse, che richiedono una comprensione profonda della psicologia di un brand e della sua attrattività nel tempo.
Conoscenze che dovremmo conoscere nel profondo, dato che tutto è un brand, anche un luogo geografico. Esploriamo questo concetto con Niccolò Meroni, Head of Marketing & Communication di Artisa Group, concentrandoci sul loro progetto di San Bernardino, un luogo che, grazie al lavoro di posizionamento fatto in questi anni, sta acquistando un posizionamento importante nella mente delle persone.
“I brand che hanno una storia devono mantenerla, non occorre cambiare sempre per stupire a tutti i costi.”
Niccolò Meroni, Head of Marketing & Communication di Artisa Group

“San Bernardino per noi è una location con diverse opportunità: ci sono le attività turistiche, ma anche sportive e la gestione immobiliare e dell’ospitalità. San Bernardino rappresenta quindi diverse entità, con diverse destinazioni d’uso. Ecco perché abbiamo creato questo brand che si potesse adattare a tutte queste realtà. San Bernardino è un villaggio che rappresenta la montagna e intorno a questa immagine abbiamo costruito tutta la brand identity e il tono di voce che parla al pubblico.
Il posizionamento di San Bernardino è avvenuto su più fasi e con più contenuti per più anni: dobbiamo essere sempre al passo ma dare anche coerenza. Questa è la grande sfida che affrontiamo: mantenere il brand moderno ma allo stesso tempo saldo sui propri valori, principi e identità, perché il pubblico lo possa sempre riconoscere.
La prima cosa da fare per un posizionamento efficace è comprendere la visione. Comprenderla fino in fondo e trasformarla poi in un posizionamento, una brand identity, una personalità, un tono di voce.
Due elementi fondamentali per creare un posizionamento differenziante sono la curiosità e lo studio. Prima di tutto guardarsi intorno, osservare i competitor, per poi appassionarsi a un’idea che diventa un posizionamento efficace e diverso, trasformando un brand.
Un errore che vedo oggi è la corsa alla novità per i brand che cercano sempre di trasformarsi, soprattutto quando ci sono degli avvicendamenti e arrivano nuovi manager e nuove manager che vogliono lasciare il segno. Soprattutto i brand che hanno una storia, devono mantenerla viva: non bisogna per forza stupire con attività estreme che risultano spiazzanti per il pubblico. Vero, oggi stupire è ciò che fa parlare di sé e nei momenti di difficoltà un rebranding dà nuova vita a un brand, ma bisogna farlo con attenzione”.